Warning: filesize(): stat failed for /web/htdocs/www.conservatoriovivaldi.it/home/WIP/wp-content/cache/db/remaining/e1f/d45/e1fd45912b4ad99505872eed0301c254.php in /web/htdocs/www.conservatoriovivaldi.it/home/WIP/wp-content/plugins/w3-total-cache/Cache_File.php on line 217

Loading Events

« All Events

  • This event has passed.

S.CA.M.O. – TERZO CONCERTO

GIOVEDÌ 24 APRILE 2025 – ORE 19:00

AUDITORIUM PITTALUGA – VIA PARMA, 1 – ALESSANDRIA

TERZO CONCERTO S.CA.M.O. – SUONARE, CAPIRE LA MUSICA D’OGGI

Il ciclo di concerti dedicati alla musica contemporanea

Programma

Bruno Maderna, Honeyrêves Giulia Nigra, flauto –  Elia Fumagalli, piano
Bruno Maderna, Divertimento in due tempi Jacopo Cavalotti, flauto – Elia Fumagalli, piano
Luciano Berio, Sequenza IXc Rocco Parisi, clarinetto basso
Pierre Boulez, Notations Elia Fumagalli, Maksym Solonar, Thomas Bonadies, Carlotta Spanu, piano
Luciano Berio, O King Simone Sgariboldi, flauto – Carlo Saccente, clarinetto – Yifan Tang, voce – Kaiwen Xu, violino – Gaia Abaclat, violoncello – Gabriele Ciaccia, piano – Emanuele Lupano, direzione

B. Maderna, Divertimento in due tempi per flauto e pianoforte (1953)

il brano è articolato in 10 piccole sezioni con una cesura dopo la Cadenza del flauto.
In molte parti, soprattutto all’inizio, la definizione dello spazio sonoro rarefatto e l’articolazione fraseologica asciutta rendono assai presente l’influenza della musica di Anton Webern, in quegli anni molto studiata dai giovani compositori europei. In altre parti, spesso in forte contrasto tra di loro, il discorso cambia fino a raggiungere momenti di pulsazioni regolari che alludono a una scrittura di più facile comprensione.

B. Maderna, Honeyrêves per flauto e pianoforte (1961)

Il titolo, spiritoso, allude al nome del flautista Severino (Gazzelloni) letto al contrario. Caratterizzato da un dialogo serrato, spesso con figure rapidissime, a inseguirsi con un raffinato intreccio di unisoni. Se il flauto richiama facilmente i canti degli uccelli (come già in Messiaen) qui è anche il pianoforte ad essere trascinato in un vortice di suoni che comprende ora anche “rumori”. Queste nuove sonorità straordinarie, consentite dall’intervento diretto sulla cordiera, cominciavano in quegli anni ad essere esplorate dai compositori: non si tratta di “effetti” per stupire il borghese ma piuttosto della ricerca di un ampliamento delle risorse espressive potenzialmente contenute negli strumenti tradizionali.  

L. Berio, Sequenza IXc per clarinetto basso (1980)

Si tratta di un brano che nasce in origine per clarinetto e viene poi da Berio stesso adattato prima al sassofono contralto poi al clarinetto basso, complice la conoscenza e la collaborazione con il nostro Rocco Parisi!. Un brano molto ben costruito secondo una “retorica” tipicamente linguistica che, sfruttando in modo sapiente il gioco delle ripetizioni (di note, di incisi, di figure), rende l’interprete un narratore, un affabulatore.

P. Boulez, Notations, per pianoforte (1945)

Queste miniature per pianoforte scritte da un Boulez appena ventenne, non soltanto ci mostrano una grande musicalità e inventiva, ma testimoniano altresì la sua capacità di digestione di alcune pagine pianistiche dei grandi sperimentatori del Novecento, Schönberg, Bartòk, Messiaen e, soprattutto, Debussy. Su questo brano tornerà il Boulez maturo, elaborandone per grande orchestra alcune parti, nel 1980 e 1999.

L. Berio, O King per flauto, clarinetto, violino, violoncello, pianoforte e mezzosoprano (1968)

Scritto subito dopo l’assassinio di Martin Luther King, questo pezzo, sospeso e ieratico come una stele funeraria, celebra il martire afro-americano semplicemente enunciandone il nome. Le parti strumentali sostanzialmente riverberano le note della voce, costituendo un flusso timbricamente cangiante ma omogeneo, punteggiato da note sforzate. La voce, come scrive l’Autore: «enuncia i diversi elementi fonetici del nome che, infine, viene gradualmente ricomposto: O Martin Luther King».

Menu