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S.CA.M.O .- QUARTO CONCERTO
MERCOLEDÌ 28 MAGGIO 2025 – ORE 19:00
AUDITORIUM PITTALUGA – VIA PARMA, 1 – ALESSANDRIA
QUARTO CONCERTO S.CA.M.O. – SUONARE, CAPIRE LA MUSICA D’OGGI
Il ciclo di concerti dedicati alla musica contemporanea
Curatore rassegna: Sergio Lanza
Programma
Luigi Dallapiccola, Quaderno musicale di Annalibera (1952) | Nicola Simion (1°, 2°), Stefano Bolla (4°), Lin Ruiying (5°), Melissa Lampis (3°, 6°), Gioele Ferraro (7°), Maria Cristina Nosenzo (8°), Arianna Marchese (9°), Shuoyuan Zhang (10°), Stefano Bolla (11°), pianoforte |
Luciano Berio, Sequenza III (1965) | Valentina Escobar, voce |
Olivier Messiaen, dal Livre d’orgue 4°, Chants d’oiseaux (1951) | Andrea Verrando, organo |
Luciano Berio, Sequenza VIII (1976) | Ruiying Lin, violino |
Luigi Dallapiccola, Ciaccona, Intermezzo e Adagio (1945) | Enrica Mondo, violoncello |
GUIDA ALL’ASCOLTO
I brani di Luigi Dallapiccola presentati questa sera sono la Ciaccona, Intermezzo e Adagio, scritta su invito di un virtuoso del violoncello, e il Quaderno musicale di Annalibera, dedicato a sua figlia « nel giorno del suo ottavo compleanno ». Quest’ultimo è composto da 11 brani in cui spiccano espliciti riferimenti alle tecniche contrappuntistiche quattrocentesche (ad esempio il n. 7: Andantino amoroso e Contrapunctus tertius – canoncancrizans). Questi “fiamminghismi” così come il riferimento a forme antiche come la Ciaccona, non sono il segno di un tentativo di recuperare il passato ma, al contrario, testimoniano della capacità di fare sperimentazione, creando una musica nuova, senza rompere i legami profondi con un passato a sua volta sperimentale. La musica di Luigi Dallapiccola si rivela ricchissima di punti di riferimento perfettamente afferrabili dall’orecchio: note pedale, ostinati ritmici, elementi figurali e motivici caratterizzanti. Dallapiccola riesce ad essere insieme rigoroso nell’uso della “tecnica dodecafonica”, e totalmente espressivo, superando brillantemente quella falsa antinomia tra emozioni o sentimento, da una parte, e ragionamento o costruzione, dall’altra, che Schönberg stesso –il ‘padre’ della dodecafonia– stigmatizzerà nel noto articolo “Cuore e cervello in musica”.
Olivier Messiaen compone questo 4° brano dal Livre d’orgue, Chantsd’oiseaux, nella Foresta di Saint-Germain, a Nord-Ovest di Parigi, dove egli era solito appostarsi nelle prime ore del mattino in ascolto dei suoi amati uccelli, trascrivendone il canto sul suo quaderno di appunti musicali. Sarebbe un errore grossolano tuttavia leggere questo brano (e i molti altri che dedica agli uccelli) in una chiave semplicemente naturalistica e onomatopeica. Gli uccelli –messaggeri angelici– offrono a Messiaen un’occasione straordinaria di decostruzione/ricostruzione della sintassi musicale, fondata su calcolate ripetizioni e micro-varianti: dalla loro studiata combinazione melodico ritmica emerge una poesia sonora che trasfigura il fascino e il mistero del significato del loro canto.
Dopo aver ascoltato nei concerti precedenti la Sequenza I per flauto e la Sequenza IXc per clarinetto basso, proseguiamo la presentazione di questi pezzi solistici di Luciano Berio che nascono sempre dalla preziosa collaborazione del compositore con un interprete. Nel caso della Sequenza III per voce, l’interprete era la straordinaria Cathy Berberian che, con le sue eccezionali doti tecniche ed espressive, ma anche con grandissima intelligenza e ironia, ispirò Berio portandolo verso una scrittura vocale funambolica e ai confini della teatralità, dove il testo-pretesto, tratto da una poesia di M. Kutter, viene frantumato in un insieme di fonemi-suoni-rumori offerti come gesti sonori all’immaginazione dell’ascoltatore. Come spiega l’Autore, « l’enfasi è posta sul simbolismo sonoro di gesti vocali e talvolta visivi, sulle “ombre di significato” che li accompagnano, sulle associazioni e sui conflitti che essi suggeriscono ». Nel caso della Sequenza VIII per violino abbiamo invece un brano molto strutturato, articolato in sezioni. Dedicato a Carlo Chiarappa il pezzo coinvolge, evocandola, tutta la scrittura tipica per questo strumento, a partire dalla celebre Ciaccona in Re minore di Bach: il gioco dello scambio di sonorità negli unisoni tra corde diverse, gli strappi accordali collegati da un suono tenuto, la polifonia reale e virtuale e così via, creano una ricca tavolozza di materiali che si rincorrono e ritornano disegnando un chiaro arco formale.
Sergio Lanza