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S.CA.M.O. – SECONDO CONCERTO
VENERDÌ 28 MARZO 2025 – ORE 19:00
AUDITORIUM PITTALUGA – VIA PARMA, 1 – ALESSANDRIA
SECONDO CONCERTO S.CA.M.O. – SUONARE, CAPIRE LA MUSICA D’OGGI
Il ciclo di concerti dedicati alla musica contemporanea
Programma
Tōru Takemitsu, Toward the sea | Adriano Velo, flauto – Roberto Belpanno, chitarra |
Tōru Takemitsu, Air | Michela Bongiorno, flauto |
Luciano Berio, Sequenza I | Marina Onidi, flauto |
Tōru Takemitsu, Equinox | Dante Bignoli, chitarra |
Giorgio Federico Ghedini, Studio da concerto | Thomas Petrucci, chitarra |
Luigi Dallapiccola, Quattro liriche da Machado | Yuehan Zhao, voce – Dennis Ippolito, piano |
Al compositore giapponese Toru Takemitsu (1930-1996) viene attribuita questa frase “nuotare nell’oceano che non ha né Oriente né Occidente” che esprime bene il desiderio di fondere la tradizione musicale orientale e occidentale attraverso una propria sintesi poetica. Consapevole dell’influsso di Debussy e Messiaen, nella sua musica cercheremmo invano scale pentafoniche o altre tracce di “orientalismo”. Troveremo invece atmosfere sospese e riferimenti alla Natura, come nei titoli dei brani di questa sera: Air (1995), Equinox (1993) e Toward The Sea (1981) suddiviso in tre parti: Night, Moby Dick, Cape Cod.
La Sequenza I, per flauto, del 1958, inaugura un ampio ciclo di pezzi per strumento solista che Luciano Berio dedica, di volta in volta, agli interpreti che gli aprono la via alla comprensione profonda del proprio strumento. Questa prima è dedicata a Severino Gazzelloni ed è diventata ormai un “classico” nella musica contemporanea per flauto.
Di Giorgio Federico Ghedini (1892-1965) viene presentato lo Studio da concerto per chitarra, un brano del 1959 molto trasparente nella sua ricerca di equilibrio tra forme e stilemi del passato e un linguaggio che cerca nuove strade.
Luigi Dallapiccola (1904-1975 sono 50 anni dalla sua morte) è un compositore interessantissimo nel panorama italiano del primo Novecento, il primo a servirsi della tecnica dodecafonica elaborata da Schönberg, la piega a un’espressività frutto di una ricerca tutta personale. Nel 1948, volendo dare voce alla poesia di Machado, compie una ricognizione in varie raccolte di versi suoi creando di fatto il testo nuovo che ascoltiamo stasera. Le Quattro liriche di Antonio Machado dovevano essergli sembrate un buon lavoro se le riprende nel 1964 per farne una bellissima versione orchestrale.
I. | |
La primavera ha venido. Aleluyas blancas de los zarzales floridos! | La primavera è giunta. Candidi innidi roveti in fiore! |
II. | |
Ayer soné que veiaa Dios y que a Dios hablaba; y soné que Dios me oia.. Después soné que sonaba. | Ieri sognai che vedevo Iddio e che a Dio parlavo; e sognai che Dio m’udiva… Dipoi sognai che sognavo. |
III. | |
Senor, ya me arrancaste lo que yo mas queria. Oye otra vez, Dios mio, mi corazón clamar. Tu voluntad se hizo, Senor contra la mia. Senor, ya estamos solos mi corazón y el mar. | Signor, già mi strappasti quanto mi era più caro. Ascolta un’altra volta, mio Dio, il mio cuore gridare. Il tuo volere si fece, Signore, contro il mio. Signore, ora slam soli il mio cuore e il mare. |
IV. | |
La primavera ha venido. Nadie sabe cómo ha sido. | La primavera è giunta. Nessuno sa com’è stato. |