Pubblichiamo con la presente un contributo della Comunità del Conservatorio “A.Vivaldi” in ricordo del Maestro Alberto Colla, prematuramente scomparso il 12 gennaio scorso. |
“Un incontro fortuito, in treno, sulla tratta Alessandria -Torino. Per tutto il tempo parlammo di musica: del suo Trattato di Armonia Contemporanea, in fase di pubblicazione; del mio ben più modesto manuale di Teoria musicale, che proprio grazie a lui venne poi pubblicato da Carisch; dei nostri ricordi di quando, nella classe di Carlo Mosso, studiavamo composizione. Quella fu l’ultima volta che vidi Alberto Colla, uno dei migliori “figli” del Conservatorio Vivaldi. – Il Direttore del Conservatorio Vivaldi, Marco Santi, così prosegue il suo ricordo di Alberto Colla. “Diplomato in Pianoforte, in Composizione e in Musica Corale, terminò i propri studi presso l’Accademia Santa Cecilia di Roma. Al carattere introverso, persino timido, univa una preparazione solidissima e una inconsueta capacità di lettura e penetrazione delle complessità proprie all’arte contemporanea, fino a maturare una poetica personale caratterizzata dalla raffinatezza, dal senso delle proporzioni formali, dalla ricerca timbrica. Nel suo rapporto con la musica, aveva fatto proprio il motto che il nostro maestro Carlo Sergio Marchegiani, docente di pianoforte del Conservatorio Vivaldi, si sofferma su uno dei tanti momenti condivisi con Alberto Colla: “Ecco, adesso mi viene in mente quando andammo insieme a New York; era il maggio del 2001. La Albany Symphony doveva eseguire una sua composizione per grande orchestra e io dovevo tenere un recital al Palazzo di vetro dell’ONU che includeva due suoi brani per pianoforte, scritti appositamente per me. Alberto, però, aveva altro per la testa in quel periodo. Aveva superato le selezioni del Concorso Internazionale bandito in occasione del centenario dalla morte di Giuseppe Verdi e doveva completare l’opera che poco dopo avrebbe vinto il primo premio. Un lavoro enorme per il quale c’era pochissimo tempo. Io ero curioso di sapere come lavorasse, con quale metodo e soprattutto come fosse possibile completare un simile lavoro – una partitura per soli, coro e orchestra della durata di più di due ore – in così poco tempo. Lui, con semplicità, mi disse: «Sai, l’opera è già tutta nella mia testa, fino La presidente del Conservatorio, Maria Teresa Pasero, commenta così la prematura scomparsa di Alberto Colla: “La morte di Alberto, che del Vivaldi è stato allievo e, per un breve periodo, anche docente, lascia nella comunità del Conservatorio un profondo senso di tristezza: la perdita di un amico, collega, compagno di studi mite e profondo, magari complesso ma in ogni circostanza sincero”. |