
Ore 21 – CONCERTO DELL’ORCHESTRA SINFONICA DEL CONSERVATORIO VIVALDI
22 Dicembre
CONCERTO DELL’ORCHESTRA SINFONICA DEL CONSERVATORIO VIVALDI
22 dicembre ore 21,00 – Chiesa del Cuore Immacolato di Maria – via Giulio Monteverde, 49 – Alessandria
Pëtr II’ič Čajkovskij
LO SCHIACCIANOCI, suite op. 71a
Ouverture
Marcia
Danza della fata confetto
Trepak
Danza araba
Danza cinese
Danza degli zufoli
Valzer dei fiori
Respighi – Rossini
LA BOUTIQUE FANTASQUE Suite P120
Ouverture
Tarantella
Mazurca
Danza cosacca
Can-Can
Valzer lento
Notturno
Galop
Direttore dell’orchestra: Marcello Rota
Un programma tutto natalizio che propone due celebri composizioni concepite come balletti: Lo Schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij e La Boutique fantasque di Ottorino Respighi.
Ad ispirare il primo scenario un racconto di E.T.A. Hoffman, Schiaccianoci e il re dei topi (1816), riscritto da Alexandre Dumas padre nel 1844 in toni più vicini alla favola romantica
e adattati in forma di libretto da Marius Petipa. Eseguito per la prima volta nel dicembre 1892 al Mariinskij Theater di San Pietroburgo con le coreografie di Lev Ivanov, narra di una festa
organizzata in casa del ricco signor Stralhbaun in occasione della vigilia di Natale. Clara, la figlia, riceve in dono uno schiaccianoci con le fattezze di soldatino da un vecchio amico di famiglia.
Si addormenta e fra personaggi fantastici e vicende surreali sogna lo schiaccianoci trasformarsi in uno splendido principe prima di destarsi accanto all’albero di Natale.
Anche nella Boutique fantasque, commissionato a Respighi nel 1918 dall’impresario Sergej Diaghilev in occasione della tournée londinese dei Balletti Russi, le bambole esposte in un
negozio di giocattoli si animano e si danno al bel tempo ballando allegramente. Ma il cattivo giocattolaio separa una coppia di innamorati (un ballerino e una ballerina di cancan) che alla fine
verranno salvati dalla rivolta degli altri pupazzi. Respighi riuscì mirabilmente a coniugare il sorriso ammiccante di Rossini – i temi tratti da quei Peccati di vecchiaia scritti dal Maestro pesarese
durante il “silenzio” francese – alla sua consumatissima abilità di colorista orchestrale, una tavolozza compositiva che arricchisce vieppiù una partitura spettacolare e variopinta
perfettamente in linea con lo scenario ideato da Léonide Massine, che ne fu anche coreografo e interprete.